Io & la Fotografia - di Andrea Cofano
...Le foto le stampavo io, però prima dovevo
assicurarmi che a casa tutti avessero usufruito del bagno, nel senso
che dovevo attrezzarlo per un uso più consono alle mie esigenze.
Sistemavo le bacinelle nella vasca da bagno; erano quattro: una con
dentro l’acido per lo sviluppo, una per il fissaggio e una per
lavare la stampa.
Sopra la lavatrice sistemavo l’ingranditore,
un DURST che tenevo dentro all’armadio tra le coperte e i cuscini.
Il bagno aveva una finestra ed era complicato eliminare completamente
la luce, tant’è che dovevo abbassare la serranda a mo’ di
ghigliottina… TRAAA! Ma non una volta, anche tre volte… TRAAA!
TRAAA! TRAAA! Poi per maggior sicurezza mi chiudevo in bagno a
chiave, spenta la luce principale rimaneva solo quella giallina da
camera oscura; non stavo nella pelle, da lì a breve davanti ai miei
occhi sarebbero apparse le immagini, all’inizio piano poi man mano
sempre più scure.
Le stampe le appendevo nella corda dei panni
tra le mutande e le magliette, le guardavo in silenzio, con la testa
inclinata per seguire bene le prospettive ed i contorni delle ombre.
“Andrea hai fatto? Mi serve il bagno!”
“Si un attimo… adesso apro”
Era mio padre, quando entrava al bagno ero
sicuro che per almeno mezz’ora potevo scordarmi di stampare;
portava con se due cose: la settimana enigmistica e la matita, i
rebus e le parole crociate a schema libero erano la sua passione, non
capivo come le facesse! Io ci provavo ma dopo un pò smettevo… non
sapevo da dove cominciare, ricordo però quel gioco dal titolo:
“Una gita a…”, tante immagini di una
città messe attorno al cruciverba, lo scopo trovare il nome… Porto
Sant’Empedocle, Rimini, Todi… ma quante città ho visitato nel
bagno di casa mia!
“Papà hai fatto?”
Questo è l’estratto di un breve racconto che
ho scritto e che racconta gli inizi molto avventurosi della mia cariera di fotografo. Scrivere sulla
foto non è facile perché le immagini parlano da sé. Ci sono mille
modi di catturare la luce… l’attimo... e tutti possono andar bene,
ma forse la differenza la fanno la naturalezza dell’espressione e
la poesia.
Nel panorama fotografico quello dei matrimoni è
considerato da troppo tempo un genere di secondo livello, quello
delle “foto ricordo”. In questi ultimi anni però qualcosa sta
cambiando: influenzato dallo stile anglosassone e da un più
accattivante bianco e nero, contrastato al punto da apparire come un
reportage giornalistico e dimenticando la classica posa da
matrimonio, il servizio
fotografico diviene storia da raccontare nelle
sue fasi, spesso concitate e veloci, pur mantenendo il vero aspetto
dell’evento.
Nei miei matrimoni cerco quindi di custodire il
più possibile la spontaneità di quelli che sono momenti unici e
intimi non solo per gli sposi ma anche per tutti coloro che
partecipano alla loro gioia.
Clicca il seguente link per la SCHEDA personale di Andrea Cofano:
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